Un caso speciale per la ghostwriter

La trama è un po' strampalata e inconsistente. La protagonista assoluta è la ghostwriter Vani che soffre di uno sfrenato egocentrismo e si ritiene al centro dell'Universo, della Storia e delle storie degli altri personaggi. Il libro narra della misteriosa scomparsa di un editore cinico e incolto, votato al culto del successo a ogni costo. Costui scompare dopo avere difeso, non si capisce bene da chi e per che cosa la protagonista, per cui di tronco viene licenziato, nonostante i lusinghieri risultati economici. Una ghostwriter dovrebbe lavorare nell'ombra, Vani invece è collaboratrice ufficiale della Polizia (non si capisce a che titolo), si impegna in frenetiche indagini che la portano dalle Langhe fino a Londra etc accompagnato dal fidanzato Commissario, un tipo amorfo, succube e adorante. Vani è la causa di tutto quello che succede nel libro, manovra le persone che le stanno attorno e alla fine riesce ad aggiustare tutto con un finale strappalacrime. La scrittura non è fluida e scorrevole, come il carattere della protagonista è aspra, spigolosa, ruvida e rude, appesantita da parentesi, elenchi, paragoni grotteschi. Anche i nomi dei protagonisti per me sono orrendi: Vani Sarca, Commissario Berganza, Antonia... L'intreccio è tutto sommato ben strutturato, la commistione tra l'indagine e gli aspetti privati è interessante, ma diciamo che complessivamente non mi ha convinto del tutto.

Ultimo caso (per il momento?) con protagonista Vani Sarca. Ho gustato anche questo romanzo pagina dopo pagina. Scorrevoli e divertenti: così sono tutti i libri di questa serie, che consiglio a tutti.

Ero entusiasto del primo libro, ma questo ha un po' scemato il mio interesse. La protagonista sempre simpatica, ma la storia lenta, lentissima. Ho faticato a finirlo. Chissà come saranno gli altri.